Monkey Island: l’avventura indimenticabile

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Con The Secret of Monket Island (1990) si apre una serie di videogames innovativi, che si pongono l’obiettivo di raccontare una storia al limite del fantasy, basata sulle avventure di un giovane che vuole diventare pirata e intraprende un viaggio avventuroso.

Ideato da Ron Gilbert, il primo capitolo di questa serie composta di sei parti (l’ultima di prossima uscita), ha ispirato il cinema e posato una pietra miliare nella storia dei videogiochi. Di seguito scopriremo più nel dettaglio il mondo dell’Isola della Scimmia.

 

Il primo Monkey Island: The Secret of Monkey Island

Con The Secret of Monkey Island (1990) inizia l’ascesa di Ron Gilbert e la svolta all’interno del genere delle avventure grafiche classiche. Questo videogioco è infatti da molti considerato il non plus ultra di questa categoria, grazie alla sua capacità di raccontare una storia e di dipanare l’avventura in un susseguirsi di porte che devono essere aperte con i giusti strumenti.

The Secret of Monkey Island, infatti, deve il suo successo e la sua fama ai dialoghi brillanti che riescono a traghettare la narrazione in modo fluido e accattivante, insieme ai numerosi puzzle.

Occorre considerare che all’epoca era richiesto l’utilizzo di un numero elevato di pixel per ottenere un risultato discreto in questo senso, ma con il passare del tempo fu possibile dare il giusto risalto alle interazioni tra i personaggi e alle parti scritte, che riuscirono a mantenere il loro ruolo cruciale sena tuttavia sacrificare la grafica, che anzi, grazie a un miglioramento nella risoluzione, permise di trovare una soluzione che potesse dirsi visivamente gradevole.

Più nello specifico, in Monkey Island i dialoghi apparivano quasi in forma di fumetto: come testo colorato posto al di sopra dei personaggi, proprio per porre l’accento sulla loro importanza.

Si tratta di un elemento che oggi può sembrare scontato, ma all’epoca fu assolutamente rivoluzionario.

La prima versione pubblicata era a 16 colori, alla quale seguì la più celebre a 256: con essa Monkey Island si attestò come primo videogioco che sfruttava tutti i pixel disponibili per grafica e testo.

Personaggi principali di Monkey Island

Come abbiamo accennato, il protagonista (di nome Guybrush) è un ragazzo che aspira a diventare pirata che, grazie alle sue imprese, conquista una certa notorietà tra i pirati dei Caraibi e guida il filo conduttore dell’intera saga.
In particolare, egli deve sconfiggere l’antagonista, ovvero il pirata LeChuck, una sorta di zombie (infatti si tratta di un non morto) che possiede anche il potere della stregoneria voodoo, e che ha rapito Elaine Marley, fidanzata di Guybrush, contesa tra i due.
Questi sono i tre personaggi attorno ai quali ruota il perno della storia, ai quali occorre aggiungere Voodoo Lady che, nelle vesti di aiutante, svolge l’importante ruolo di dispensare consigli durante il gioco, talvolta anche formulando in anticipo le domande che si aspetta le vengano rivolte.

 

I successivi titoli di Monkey Island

Se The Secret of Monkey Island rappresenta la prima pietra di una saga ormai divenuta leggendaria, il suo seguito, Monkey Island 2, rappresenta la vera consacrazione del genere, prendendo gli elementi positivi del primo capitolo e migliorandoli ulteriormente, presentandosi come un gioco più lungo, che ottimizza l’umorismo pervasivo e a tratti demenziale del suo predecessore e aumenta gli enigmi in quantità e qualità. Per i suoi tempi, coincide probabilmente con la migliore avventura grafica realizzata, unica nel suo essere divertente ma riflessivo, e incredibilmente coinvolgente.
Il terzo capitolo, The Curse of Monkey Island, rappresenta un’ulteriore svolta, vedendo il passaggio di testimone da Ron Gilbert a un altro ideatore, e puntando su una grafica ancora più raffinata e ricca di dettagli e una migliore caratterizzazione dei personaggi principali. Tuttavia, il momento della sua pubblicazione coincide anche con la morte del genere dei videogiochi narrativi come li conosciamo classicamente, senza raggiungere il successo ambito al momento della progettazione.
Escape from Monkey Island rappresenta la naturale prosecuzione del terzo episodio della serie, e non venne acolto con particolare entusiasmo, dal momento che molti temevano che la saga avrebbe definitivamente perso il suo fascino.

Elemento saliente di questo videogame è il passaggio all’animazione 3D, che ha saputo dare un ottimo sviluppo alla serie, rendendola un degno successore di Monkey Island e continuando la sua tradizione di innovatività che da sempre la contraddistingue.

La sensazione di essere parte di un fumetto prosegue nonostante questo importante cambiamento, grazie anche ai colori brillanti e all’accuratezza con la quale sono stati realizzati gli sfondi.

I controlli di gioco non hanno nulla da eccepire, essendo piuttosto semplici e standardizzati.
Infine, l’ultimo capitolo (per ora) noto della saga è Tales of Monkey Island, che di dimena tra un nuovo utilizzo del mouse, che diviene leggermente più complesso e un calo di qualità degli enigmi, piuttosto sfidanti per i non abitué del genere, ma abbastanza semplici per gli appassionati.

In ogni caso, lo spirito originale e innovativo di Monkey Island viene totalmente preservato e, anzi, il ritorno dei consueti personaggi e delle favolose ambientazioni riescono a ricatapultare i nostalgici all’origine della serie che, grazie a questo Telltale, ritrova la sua antica gloria.

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